Val di Lima #3 – Balzo Rosso e Schiena d’Asino

Un’interessante e non banale traversata della Schiena d’asino e del Balzo Rosso, al cospetto del Balzonero addentrandosi in un ambiente tra i più solitari della Val di Lima.

Siamo giunti ad un altro della serie degli articoli che riguardano le montagne calcaree dell’alta Val di Lima ai quali si rimanda per la descrizione generale di quest’area (Balzonero, M. Limano, M. Cimo). Il Balzo Rosso ha: il Balzonero a ovest e il Balzo della Colonnetta a sud-est, mentre a nord c’è la dorsale appenninica con le sue rocce di arenaria. Questo itinerario risulta entusiasmante perché ha come motivo di interesse non soltanto la conquista di una vetta, ma anche l’esplorazione di un ambiente così isolato; mette inoltre alla prova le proprie capacità di orientamento. Ancora una volta è strumento indispensabile la guida “Le dolomiti della Val di Lima” (2018, E. Mastripieri), ma anche la traccia GPS del percorso che metto a disposizione.

Dal parcheggio di Vico Pancellorum alto, si scende attraversando il paese; in basso si ritrova la strada asfaltata e, quando questa inizia a risalire, si prende una stradina a destra che scende verso il fondo della valle. Si transita dal luogo chiamato “Grotte” dove ci sono dei ruderi addossati ad un costone roccioso (tratto identificato come “B23” nella guida citata). Si guada poi facilmente il Fosso della Capriana e, su traccia abbastanza marcata, si risale al valico (615m) dal quale inizia verso nord la cresta rocciosa che culmina sulla Schiena d’Asino (“B40”); prima coperta da boschetti di Lecci, poi nuda. Si avanza dovendosi aiutare ogni tanto con le mani. La Schiena d’Asino (802m) è piuttosto aerea, strapiombante specialmente sulla parte sinistra e con una bella vista del Balzonero. Poco dopo c’è un tratto in discesa molto ripido, delicato da affrontare, per arrivare al Valico a Seri (757m). Si segue ancora un po’ il crinale e poi si piega a destra per raggiungere il versante SE del Balzo Rosso, del quale, dopo un traverso in salita su sfasciumi, si raggiunge la vetta (1056m), (“B42”).

Scesi al Piano al Forno (“B39”), si cala decisamente sulla testata del Fosso della Capriana in un ambiente superbo sotto il versante orientale del Balzonero. Si guada il greto sassoso, spesso secco, e da qui inizia una traccia difficile da seguire perché appena accennata, che percorre, traversando su terreno ripido, tutto il versante est del Balzonero, incrociando anche alcuni ravaneti (“B18”). Per l’orientamento ci si può aiutare con i cartelli della “Bandita di caccia”. Arrivati all’incrocio con la “via degli Scappi” il sentiero diventa invece evidente ed agevole fino all’arrivo a Vico P.

Schiena-asino

La Schiena d’Asino

La Gita
Ritorniamo a Vico Pancellorum, più comunemente base di partenza per il Balzonero. Sono con 4 degli amici che ormai ho coinvolto nell’esplorazione sistematica di questa zona; le previsioni meteo danno neve sulla dorsale principale dell’Appennino ma tempo più clemente dove siamo diretti.

Attraversiamo il paese silenzioso e incontrando un abitante gli diciamo che andiamo sul Balzo Rosso, ma lui rimane perplesso: o non lo conosce (più probabile) o lo chiama con un nome diverso; rimaniamo con questo dubbio. Scendiamo verso il fondovalle e incontriamo un castagneto da frutto, dove ci sono i resti di enormi ceppaie, una con un diametro di circa 3 metri. Dall’altra parte della Lima distinguiamo i resti della rocca sopra Lucchio. Siamo arrivati nella zona molto suggestiva detta “Grotte”, dove ci sono dei ruderi addossati ad una parete calcarea, uno di questi è stato riattato a stazzo: di fronte ci sovrasta il Balzo del Montale. Arriviamo agilmente alla sella (615m) dove inizia la cresta, 1h00’: verso sud c’è una bella vista del M. Memoriante. La salita sulla roccia è divertente: i passaggi vanno scelti anche se non sono obbligati. Procediamo aiutandoci ogni tanto con le mani e godendoci il panorama, in particolare del Balzonero, nel cui crinale si distingue chiaramente la fenditura della “Fessa”. Sul culmine della Schiena d’Asino, piuttosto aerea, abbondiamo con le foto presi dall’entusiasmo. Davanti a noi vediamo il Balzo Rosso. Il tratto in discesa che segue, molto ripido e con terreno non molto stabile (improponibile se umido), ci costringe ad avere molta cautela ma anche Spiga (il cane di Federica) alla fine riesce a passare. Tocchiamo il Valico a Seri (757m) e riprendiamo a salire, 1h00’ (2h00’).

Lasciamo il crinale e andiamo verso destra. La traccia è molto flebile. Giungiamo ad un traversone su sfasciumi, la cui salita è in stile tipicamente “apuano”. Mentre al suo culmine, non lontani da una pianta isolata di Leccio, ammiriamo tutta la Schiena d’Asino appena percorsa e il Balzo della Colonnetta, avviene un fenomeno strano: inizia a nevicare con il sole; è neve riportata dal vento dallo spartiacque appenninico più in alto immerso in nuvole nere, ma ovviamente dura poco. La vetta del Balzo Rosso (1056m) è parzialmente boscata, per cui i migliori panorami li abbiamo goduti nell’avvicinarsi ad essa, 35’(2h35’).

Il versante est del Balzo Nero

Pranziamo velocemente, perché il vento si è fatto più forte. Il tratto, dall’aperto Pian del Forno che scende verso il del Fosso della Capriana, è quello che mi colpisce in modo particolare: la prospettiva del versante orientale del Balzonero (1315m) è veramente potente, esaltata dalla vicinanza e dal fatto di essere ai suoi piedi. Quando attraversiamo l’alveo roccioso del fosso, la sensazione di isolamento è massima; in effetti siamo nel punto più remoto dell’escursione. E’ subito chiaro quanto da qui sia difficile seguire la traccia che spesso non c’è o è appena accennata. Percorriamo il traverso di questo ripido versante, costretti spesso a scendere e salire dei tratti per mantenere la direzione. Ogni tanto dobbiamo attraversare anche dei ravaneti. Ad un certo punto perdiamo la traccia e finiamo troppo in basso. Per recuperarla, siamo costretti quindi a risalire un tratto molto pendente su pietre instabili. (Ho eliminato questa parte errata, dalla traccia GPS scaricabile in fondo all’articolo). Forse sarebbe stato meglio fare più attenzione a seguire i cartelli della Bandita di caccia, come consiglia la guida. Mantenere l’orientamento è veramente cruciale perché, per la morfologia della zona, non ci sono alternative: sia in alto, dove incombe il versante est del Balzonero, sia in basso, dove la pendice precipita nella valle incassata, le pendenze sono estremamente elevate e quindi impercorribili. Finalmente, lasciato a destra il bivio per la “Via degli Scappi” che porta sul Balzonero, il sentiero diventa evidente e ci conduce agevolmente fino a Vico P., 1h50’ (tot. 4h20’).

INFORMAZIONI
Partenza:    Vico Pancellorum (LU)
Data:           19/01/2020
Dislivello:    800m
Tempo:        Salita 2h30′, Totale 4h20′
Difficoltà:     EE
Cartografia: “Carta escursionistica Le Dolomiti della Val di Lima” (2018) 1:25.000. ed. D.R.E.Am Italia, Pratovecchio; disponAffiliate Buttonibile anche in versione Digitale (iOS e Android ) Le Dolomiti della val di Lima
Guida: E. Maestripieri (2018), “Le Dolomiti della Val di Lima” ed. Medicea Firenze

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